sabato 7 novembre 2015

Un passo indietro

Succede. A volte sì, può succedere.
Già al mattino quando ti alzi dal letto, capisci che c'è qualcosa che non va, che non è più come prima.
E' come un tarlo che ti rode dentro, e nonostante quanti sforzi tu possa fare, non riesci a farlo tacere.
Allora provi a far finta di niente, provi a parlare con chi hai vicino, con gli amici più cari. E guai se le risposte non sono quelle che ti aspetti, quelle che vorresti. Il vuoto aumenta.
Succede. Succede di pensare di essere in credito con la vita,  di meritare qualcosa di più.
E allora ti butti a capofitto sulla prima cosa che ti pare un barlume di speranza e pensi: ecco, questa è un'altra occasione! Magari ci provo, hai visto mai che il destino mi offra una possibilità.
Può succedere.
E' tanta la voglia di vivere, il bisogno di sentirsi ancora importante per qualcuno, la smania di credersi apprezzati per quello che si è, che ci auto convinciamo. Ci confondiamo la mente inserendovi ciò che si desidera al posto di quello che in realtà è. Prendiamo il nostro sogno e lo vestiamo a festa secondo le nostre esigenze. Ci nutriamo dei nostri miraggi come piante che hanno continuamente bisogno di acqua.
Poi devi fermarti. Basta un niente, una frase letta, un fatto che non ti torna, una sensazione latente, e parte il turbinio dei pensieri. I segnali, sono i maledetti segnali che hai imparato a leggere.
Il pensiero è come un vento che cambia inspiegabilmente direzione ma ben consapevole, sempre, delle sue mete.
Per un po' puoi pensare di poterti permettere il lusso di godere degli attimi, dei risvegli carichi di promesse,  e chiudere gli occhi con le farfalle nello stomaco. Può succedere.
Ma all'improvviso ti accorgi di aver sbagliato, di essere andata troppo oltre. E non puoi fare altro che un passo indietro.
La consapevolezza, questa nemica della speranza, questa sorella triste del sogno ad un tratto ti dice: " lascia perdere, torna padrona di te".  E devi fermarti.
Succede.
Devi solo aspettare che il dolore passi, finché la delusione per le  aspettative  disattese non lascerà  di nuovo il posto a quella palude di rassegnazione che è compagna della tua vita. L'unica che ti puoi permettere.
Tanto lo sai che poi passa. Passa sempre.
Chi nella vita ha subito un "danno" diventa fatalista, ché tanto sa già di poter sopravvivere. C'è già passato
Quando hai imparato a correre con i  lupi sai che non può più esistere un noi, ma solo un "io".
Allora prendi la tua valigia di sogni, la riempi con le tue utopie, le tue chimere, con quegli attimi illusori e pure belli che sono stati i tuoi momenti, i tuoi ricordi. di cui hai previdentemente fatto provvista. Quelli nessuno te li può togliere.
Chiedi scusa, il più umilmente possibile, non tanto per andartene, quanto per essere rimasto così a lungo.
Ti guardi intorno un ultima volta e ti allontani, in silenzio, accostando delicatamente la porta.
Sh....... piano...., non vuoi disturbare più.  E così, all'improvviso come sei arrivata, te ne torni indietro.
Può succedere!



                          Ti sei stancata di portare il mio peso.                
                           Ti sei stancata delle mie mani
                           dei miei occhi, della mia ombra.
                          Le mie parole erano incendi
                           le mie parole erano pozzi profondi.
                          Verrà un giorno,un giorno improvvisamente
                          Sentirai dentro di te
                           le orme dei miei passi
                           che si allontanano.
                          E quel peso sarà il più grande.

                                                           Hikmet