venerdì 5 dicembre 2014

Nel segno dell'Infinito

"...e poi Dio creò l'uomo e lo fece a Sua immagine e somiglianza!"
O almeno così ci hanno sempre detto. Ma chi sa cosa si cela dietro queste parole, perché alcuni proprio bene non son venuti.
Che strane creature sono gli uomini! Questi esseri così complessi nella loro semplicità....questi che dovrebbero essere i nostri sostegni nella vita, i nostri compagni di viaggio, coloro da ritrovare a fine percorso e con cui poter giungere fino in fondo.
Invece eccoli lì : evanescenti, sfuggenti, eternamente indecisi tra quello che sentono di essere e quello che vogliono apparire.
Mi chiedo cosa avrebbe fatto Adamo della mela se non ci fosse stata Eva....certamente avrebbe ceduto alla tentazione di usarla per palleggiare, imparando a passarsela da un piede all'altro.
E' stato necessario creare una donna per risolvere la situazione.
Ne è nato un po' di casino, è vero. Ma almeno è cominciata la vita!
Anche il fatto che Lui ci abbia fatte nascere da una cosa così piccola ma così vicina al cuore dell'uomo ha probabilmente un senso, ma nessuno si sofferma a cercarlo.
Per il maschio, quello comune intendo, pensare è troppo faticoso. Farsi domande, chiedersi il perché, essere un po' introspettivi insomma, per carità. Loro sono nati per fare,fare e basta.
E si identificano talmente tanto in quello che fanno, da dimenticarsi spesso di "essere".Poi una volta usciti dal loro ruolo sociale, si smarriscono, non si trovano più.
Non più guerrieri, non più condottieri, non più eroi. Solo uomini con del tempo libero da riorganizzare e finalmente da ........"condividere"? "  Macché, non se ne parla nemmeno. Piuttosto mi prendo un cane, o vado a pesca, o in palestra."
Sarei stata curiosa di sapere cosa ha fatto Ulisse dopo che, stufo di saltare da un'avventura all'altra, se ne è tornato a casa. .Senz'altro una volta sfogata la sua ira ( giù le mani dalle mie cose) , si sarà annoiato.
Loro sono così, gli uomini intendo. Neanche per un attimo si soffermano a pensare alla fatica che a noi è occorsa per tirare avanti durante le loro assenze. Eppure lo sanno qual'è la nostra forza.
Da noi attingono, attingono sempre. Alla nostra resistenza, alla nostra inventiva, alla nostra praticità, al nostro saperci adeguare e barcamenare sempre.
Senza considerare poi come si nutrono della nostra energia, la nostra positività, creatività, poesia........
Che ne sarebbe stato di Giacomo senza Silvia, di Dante senza Beatrice, del Petrarca senza Laura e via dicendo. Ma di che avrebbero parlato?
Intendiamoci, va bene così, è giusto così, anzi, deve essere così.Se solo poi ce lo riconoscessero. Ma ammettere il loro bisogno di noi sarebbe come riconoscere una loro debolezza.
Certo anche noi donne ci mettiamo del nostro, mica siamo immuni da errori.Loro vivono di impulsi e noi di istinti.
Saccenti, petulanti, puntigliose e polemiche. Eterne insicure.
Alle volte siamo così spaventate all'idea di poterli perdere che accettiamo di tutto: di esser messe da parte, messe in panchina. Chiniamo la testa e ci adeguiamo senza renderci conto che, annullando noi stesse, non abbiamo più niente da offrire.
No, così non funziona, non può andare. O almeno, non più.
Ci vuole coscienza e consapevolezza, per loro e di noi.In fondo, pur frivoli, insicuri, piacioni, a volte scontrosi , permalosi, impulsivi, con il  passare dell'età acuiscono le loro debolezze. è vero,ma non sono mica stupidi!
Lo sanno benissimo, loro, cosa vogliono. Ma soprattutto non vogliono rotture di scatole. Non vogliono porsi tante domande ne tanto meno rispondere a tanti perché. Quelle son cose che lasciano volentieri a noi, che siamo esperte nell'aggrovigliare cervelli riuscendo a complicare anche le cose semplici.
Perché a loro piacciono le donne, sì, ma preferiscono quelle poco impegnative. Le donne più...donne, quella che ogni tanto ti costringono a guardarti dentro, quelle sono "pericolose" e scomode.
Eppure basterebbe tanto poco. Non devono provare a capirci, a decifrarci, sarebbe un' impresa inutile, una battaglia persa in partenza.
Devono solo amarci, amarci e basta. Prendersi cura di noi, coccolarci, farci sentire importanti. Insomma, "intere" per una volta. Ci basta un pensiero, un garbo. Non chiediamo tanto, solo di essere rispettate.
Del resto noi non siamo solo noi, ma anche chi ci portiamo dentro. E se vi lasciamo questi posti privilegiati al nostro centro, è perché ogni tanto vorremmo che  ci permetteste di entrare in voi, nel vostro intimo.Per vivere di scambi, di sensazioni. I nostri dovrebbero essere due mondi che si intersecano, uniti ma distinti. Come nel segno dell'infinito.
Bisognerebbe lasciare sempre  un mare in moto tra le sponde delle nostre rive, per crescere vicini ma indipendenti, come le colonne di un tempio.
Può sembrare un processo complesso, lo so. Eppure è la cosa più semplice del mondo: il rispetto reciproco.
Naturalmente questa è la mia visione, il mio pensiero. Non pretendo che passi come un dogma.
Prendetelo come un consiglio, specie i più giovani, perché alla mia età si è imparato a dare il giusto valore alle cose. E credetemi, niente appaga di più dell'essere in armonia con noi stessi e con gli altri
Per questo, seguendo un istinto profondo, mi sento di consigliare alle donne un uomo che non vi tema,che ami la vostra forza, che apprezzi la vostra  estrosità e ami la vostra follia.Che punti su di voi e sul vostro coraggio senza volervi vinte né convinte.
Parlo per esperienza credetemi, e a chi mi chiede quanti amori ho avuto, io rispondo di guardare nei boschi per vedere in quante tagliole ho lasciato il mio pelo.

                                             NON mi temere, ed io sarò sicura.
                                             Non mi fermare, ed io sarò più vera.
                                             Non mi negare
                                              e insieme a te sarò un solo cielo.


                                                                                Perla


Le parole finali in corsivo sono di Alda Merini.

4 commenti:

  1. era da un bel po' che ti aspettavo!leggo,condivido(quasi tutto)e rifletto:noi Li troviamo troppo lineari e Loro ci pensano troppo complicate. in fondo,se spostassimo la visuale
    lontano da entrambi,coglieremmo il senso: la legge del compenso!cambiamo noi
    stesse,se ci va,rispettiamoci da sole e Loro si adegueranno.impariamo ad essere
    chi siamo e chi vogliamo essere.dirai te:"non è mica facile!",ma Noi abbiamo gli strumenti e la capacità di usarli.smettiamo di sprecare energie nell'intento di cambiare tutto e tutti:il nostro compito è quello di essere,semplicemente, il meglio di ciò che possiamo essere.non mi dilungo oltre,perchè ,con te ,non ce n'è bisogno,fortunatamente.se sembra che mi esprima come se fossi padrona della verità assoluta...CHISSENE.....! (devo imparà a mette le faccine ne'ccommenti!)
    baci sempre tua p.

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  2. Una foto più nitida non la potevi fare........................sei Grande!!! Franca

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  3. E comunque ulisse dopo aver sfidato e offeso gli dei,perso i suoi uomini (e amici), tradito e abbandonato la maglie, spinto alla disperazione e al suicidio la madre abbandonato il figlio e il suo popopolo lasciando solo l'immagine di un dio prepotente(altro che eroe), è tornato a casa e non accettando che gli dei lo avessero sconfitto ha ripreso una barca (ovviamente dopo essersi fatto la moglie x l'ultima volta, ed è tornato a sfidare gli dei ... come finisce la sua storia? Muore solo in mare e finisce negl'inferi da ade il dio dei morti punito da zeus e i suoi fratelli e le sue sorelle... come vedi il granse eroe è un grande coglione ahahahha

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    1. Di un re prepotente...
      Scusa.. la tastiera
      Del telefono

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