giovedì 19 aprile 2012

GIULIA

Lei è una "diversa", c'è poco da fare. Lo deve accettare lei per prima, e capirne l'accezione del termine.
Lo è stata dall'inizio, dalla nascita, anzi, dal momento del concepimento. E da allora che lotta.
Ha lottato contro il destino, il disagio, le malattie, ed è venuta al mondo di prepotenza, quasi inattesa come a voler dire: Ehi, sono qua, io esisto, guardatemi!
E le sue lotte non son più finite.
Basta l'amore di tante persone diverse a colmare un grande vuoto affettivo come l'assenza di un padre? Ecco, il suo cammino comincia da qui. Ed è sempre in salita.
La mancanza di basi, i cambiamenti radicali di vita, le decisioni altrui subite e sempre contrastate, provocano in lei un fascio di rospi in gola che a volte fanno mancare il respiro.
Ora è una ragazzina di diciassette anni, normale, come tante altre. Ma lei non si piace più di tanto.
Fa fatica nei rapporti sociali, fa fatica ad avere amici, a farsi accettare. Fa fatica nel rapporto con sua madre, eppure non si arrende. Cerca la sua strada, vuole essere apprezzata, accettata per quello che è. Si costruisce piano piano il suo mondo, che non è diverso da quello di altri ragazzi della sua età. Un po' dark, un po' emo, un po' rock.
Eppure questa ragazza strana che bistra di nero gli occhi e in inverno è bianca come un vampiro (che lei tanto ama), è anche estremamente romantica e sensibile.
Ama Dante, la mitologia, la storia dell'arte. Adora Marilyn Manson, ma vuol conoscere le opere liriche. Ascolta i Muse e Mozart. Si emoziona su testi di canzoni vecchie come "Meraviglioso" e si fa affascinare da racconti del tempo passato.
Lei, perennemente vestita di nero e viola, è affascinata dai ricordi degli anni hippy anche se non capisce che senso abbia mettere fiori nei cannoni, perchè in fondo lei quei fiori li avrebbe piuttosto sbatacchiati in faccia ai "cattivi".
Lei che non ama le prepotenze e sarebbe sempre in lotta per le "minoranze", è una intollerante.
Lei si fa ferire da niente, teme le parole più delle botte.
Lei, pur di farsi ascoltare e "guardare" è arrivata a farsi male, a ferirsi fisicamente.
Lei chiede aiuto con gli occhi. Lei, così irriverente e blasfema, dice di essere atea, ma fa confusione tra Dio, Credo, Chiesa e Vaticano S.P.A..Praticamente non ne sa niente, però ascolta e il saper ascoltare è cosa rara.
Lei, che ha così tanta paura degli uomini ( "Perchè hanno fatto del male a mia madre" dice) da cercarsi tutti amori impossibili: il professore, lo psicologo, il fidanzato dell'altra, l'amico gay.
Lei che vorrebbe tanto sentirsi "figlia di" ma dice che prima o poi vorrà conoscere il suo vero padre "Per capire.
Lei, che nel suo divenire si interroga sui propri gusti sessuali e ha il coraggio di mettersi alla prova.
Lei non ama le discoteche, le vasche in passeggiata. Adora i mercatini, e il mare.
A lei piacciono le mie amiche attempate e si confronta con loro come una persona grande. Le piace lavorare con le mani, ed è bravissima nel mestiere che si è scelta. A lei piace anche stare in casa, fare una partita a carte, spararsi qualche film, e non disdegna quelli vecchi in bianco e nero o impegnati. Ma anche Zelig, e Colorado, e Amici.
Lei è matura e ingenua, buona e irosa, tenera e a volte irrispettosa. Lei adora sua zia e il mondo di lei.
Lei si chiama Giulia, ed è mia nipote.
Chi non la conosce non può permettersi di giudicarla.
Chi non vuole conoscerla si preclude un mondo!.


In effetti questo scritto è di un anno e mezzo fa.E sono cambiate davvero tante cose.Niente più bistro sotto gli occhi, più colore dentro e fuori l'anima, più sicurezza di se, un bel taglio ai capelli e niente più farsi male. E' riuscita anche ad affrontare i fantasmi del passato e a prenderne giustamente la distanza. Brava Giulia, sono fiera di te. C'è giustamente ancora un po' di strada da fare. Ma sei sulla via giusta e, per fortuna, se c'è una cosa immutata è il suo affetto e la sua fiducia nella zia.Grazie piccola.Questo omaggio è per te. E tu sai da dove proviene.




Sarei già andato davvero lontano,
tanto lontano quanto è grande il mondo
se non mi trattenessero le stelle
che hanno legato il mio
al tuo destino.
Così che solo in te posso riconoscermi
e la poesia
i sogni, il desiderio,
tutto mi spinge a te,
alla tua natura.
E dalla tua
dipende la mia via.

2 commenti: