martedì 18 dicembre 2012

Il Giullare di Dio

Mi è capitato spesso di tornare con la mente a quando ero bambina e frequentavo la scuola elementare.  Ricordo che all'inizio delle lezioni, tutti assieme, si recitava una preghiera. Ricordo tutte quelle letture sul patriottismo e le poesie, le letture sulla grandezza dell'Italia e della sua storia. I suoi martiri, i suoi soldati, i suoi eroi e patrioti, e tutto questo orgoglio sull'italianità che poi, col tempo, è andato piano piano scemando. Non lo trovo più.
Ricordo che con mio padre assistevamo ad ogni parata militare che la televisione trasmetteva e ci commuovevamo ad ogni alza-bandiera o per qualsiasi ricorrenza in cui l'Inno di Mameli facesse da colonna sonora.
Poi, con l'allargarsi degli orizzonti, il nostro orgoglio è andato scemando e abbiamo cominciato col contestare il militarismo, il patriottismo, l'italianità.E la classe dirigente degli ultimi anni ci ha addirittura portati al ridicolo nel mondo, facendoci a volte addirittura vergognare di essere italiani.
Tutto messo in discussione quindi. Tutto da rivedere e rassettare. Fino a ieri sera...
Ieri sera ho assistito, in televisione, a una cosa di una grandezza unica, di una profondità, pur nella sua semplicità, che mi ha scosso l'anima dando un senso ed una risposta a tutte le domande in sospeso, facendomi riscoprire in un baleno quanto fosse lecito e giusto quell'amor di Patria che mi ha pervaso negli anni dell'adolescenza finché, ideologie più o meno fasulle, non mi hanno confuso la mente. Ho seguito Benigni in televisione che mi ha spiegato la "Costituzione Italiana". Come dice lui: la più bella del mondo.
E' stata un'esplosione di fuochi d'artificio!
Ha sciorinato un articolo dietro l'altro facendoci toccare con mano la ricchezza, l'ampiezza, la completezza e la grandezza di una cosa che la maggior parte di noi ignoranti ha sottovalutato e snobbato considerandola con supponenza e superficialità.
Invece lui ci ha aperto un mondo.
Ci ha presi per mano e ci ha fatto notare la forza, la ricercatezza, la profondità e il peso di ogni parola scritta. Rigo per rigo ci ha introdotti nella storia e ce ne ha fatti sentire protagonisti, ce ne ha resi parte.
Ha valorizzato ogni termine, ogni aggettivo, ogni verbo, ogni credo, ogni comandamento racchiuso in quei primi dodici articoli. Ed è stata una rivelazione.
Niente è lasciato al caso: la libertà di culto, la necessità vitale dello sviluppo nella ricerca, nella cultura, nell'arte. La tolleranza, l'accoglienza, l'amore per il diverso e per l'ambiente. Il diritto alla dignità del lavoro.
Praticamente un Vangelo laico di rara bellezza e profondità. E non so se avete notato che quando ne ha citato i redattori, i "padri fondatori", non omette mai di ringraziarne pariteticamente anche le "madri", concedendo a noi donne, in un sol colpo, riconoscimento, stima e uguaglianza. Cosa che, di questi tempi è quasi rivoluzionaria. Un novello Cristo.
Certamente poi qualche detrattore prezzolato troverà qualcosa da ridire. Su certe affermazioni, certe battute pungenti che lui si è concesso, sul compenso che ha ricevuto. Ma chi se ne frega! Tacete e imparate dal Maestro.
Vola alto Benigni. il suo parlare é semplice, immediato, ma forbito e aulico. Una miscellanea 
perfetta di politica, religione, fede e poesia. Non banalizza niente. Non trascura niente. E parla con il cuore, si vede e si sente.
E' autentico, schietto, onesto con se stesso. E' un "grande"! Ed è un italiano di Toscana, proprio come me, e ne sono fiera.
Che ci provino pure gli ignoranti, i vigliacchi, i novelli farisei a lapidarlo. Tanto lui non è alla loro portata. Non si farà infangare. Lui è gia oltre, troppo grande e troppo in alto per poterne essere scalfito. Che se ne facciano una ragione tutti quanti.
Neanche il suo finale è banale. Come ultimo omaggio esalta il nostro Tricolore e ci offre, con un filo di voce, la versione italiana della colonna sonora del suo film più importante, raccontandoci che non solo la vita è bella, quando è semplice e pulita, ma anche quanto debba essere rispettata e presa seriamente.
Grazie Roberto.

                    Alla vita.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio
le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
Tu muoia affinché vivano gli uomini,
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio,
pianterai degli ulivi,
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

2 commenti:

  1. se ci pensi, quando te (e anche Benigni) avevate 10 anni, la guerra era finita solo da 17 anni e la costituzione era ancora più giovane. Prova a pensare ora a17 anni fa, sembra ieri... forse anche per questo c'era più rispetto e passione per queste cose... poi è arrivata la TV, il consumismo, il nano .....

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  2. Ciao cugina sono quello che se va bene ti telefona una volta l'anno.Ti volevo fare i complimenti .Cazzo scrivi veramente bene.Non mi voglio soffermare sul grande BENIGNI ma leggendo gli altri blog mi hai fatto tornare indietro nel tempo quando per poter mangiare un panino col salame la zi Nenzi mi portava a casa vostra dove il matto del mi zio tirava i coltelli nelle sciambrane e con i rutti riusciva persino a declamare poesie e la zi Pierina sempre indaffarata in cucina.Ti volevo raccontà di quella volta che il Posi venne sul molo dove ero a pesca con Simone che aveva appena pescato un pesce scaarito e se lo fece dare elo mangiò in un boccone.C'è mancato poco che il mi figliolo si pisciasse a dosso.Mi venghino in mente tantissime altre cose ma ho gia scritto troppo quindi ti mando un grandissimo bacio.Tuo cugino Livio.

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