sabato 15 settembre 2012

Acquerello d'Estate.

"Per quest'anno non cambiare
stessa spiaggia stesso mare..."
E no che non cambio, non ci penso proprio.
" Chi sta bene un si tramuti " diceva mia nonna, e a me l'idea di inoltrarmi tra le dune odorose di camuciori e non avere tanti ragazzi chiassosi intorno, sta proprio bene. In fondo il mio stabilimento balneare un po' mi assomiglia: decadente, fuori moda, con un look decisamente senza pretese, ma tranquillo e bello largo. Insomma, mi calza a pennello.
Certo tra bagnini e vicini di sdraio l'occhio un po' ne soffre, ma, quando dopo la chilometrica e soleggiata passerella, ti siedi al fresco dell'ombrellone e ti trovi di fronte quell'immenso tappeto turchese, beh, li hai la prova che Dio c'è! E come ogni anno ti ritrovi a doverlo ringraziare perché sei di nuovo a godere di tutto questo.
Oddio, dopo qualche giorno, quando ti accorgi che non è cambiato proprio niente, un po' le balle ti girano. stesse facce, stessi discorsi, stessi problemi dell'anno prima.
Per fortuna quest'anno, causa un forzato stop dal lavoro, ho con me mia figlia, e ne sono felice.
Finalmente me la godo un po' come quando era bambina, e come allora il suo pensiero principe sono "i panini". Sembra sempre possa morir di fame. Eppure, nonostante tutto, è dimagrita parecchio.
E' proprio bella la mia Dany, con quella massa di capelli biondi e gli occhi azzurri attira un sacco di sguardi. Ma lei non se ne accorge e continua a camminare sulla spiaggia avvolta in un enorme e pesante asciugamano. Meglio se nero ché sfina di più.
Contenta lei..! Intanto, sotto l'ombrellone, ringhia senza ritegno a chi non le piace, come fosse il mastino dei Baskerville.
A me fa ridere e mi diverte molto con quell'atteggiamento da spacca montagne, perché poi, in fondo, è buona come il pane, e menomale che c'è, altrimenti tra la nostalgia di Pascal per la sua Francia e Nivea che quest'anno sembra non reggerla proprio, sai la noia. Ogni anno è sempre peggio. Sarà l'eta che cresce o la tolleranza che cala?
Per fortuna al "Geriatrik Park" abbiamo avuto delle novità, delle botte di vita notevoli.
Sono state come pennellate di colore su una tavolozza grigia, e ve le voglio proprio raccontare.
Ma cominciamo dalla prima.....

LOLA. C'est la vie.

Lola è una parigina tutto pepe, nipote di Pascal, e in estate era solita venire con i genitori e la sorellina in vacanza a Viareggio.
Quest'anno si è concessa qualche giorno in più da sola per stare con la zia che lei chiama Tatà.
Ha sette anni Lola, è longilinea ed aggraziata, con gli occhi scuri e profondi. Sembra una bambina come le altre, ma purtroppo a lei la vita ha già riservato la prima batosta, ha perso la mamma un anno fa.
Tornata a casa dalle vacanze, la sorella di Pascal ha scoperto di aspettare un bambino. E' festa grande, ma dura poco. Dopo qualche mese perde la creatura e scopre il male che, in poco più di un anno, se la porterà via. Tutto il resto riguarda loro e il loro dolore, ma Lola è qui, ed io non riesco a guardarla senza che non mi si formi un nodo in gola. Perché la vita è ingiusta, e Dio, alle volte, si distrae un po'! Non ne capisco il disegno ma non importa, mi concentro sulla bambina per la quale, non so perché, ho un trasporto strano. Forse perché fisicamente mi ricorda tanto Laura, la mia piccoletta.
Lei è schiva e silenziosa, e se la guardo sembra quasi infastidita. D'altra parte il non conoscere l'italiano non l'aiuta con gli altri bambini. Gioca solo con la zia, che si dedica a lei anima e corpo.
Ma io sento dentro di me che devo, voglio stabilire con lei un dialogo. C'è una lingua universale che è "il linguaggio del corpo", e voglio provare.
Comincio con un sorrisetto, una carezzina quando è vicina, una smorfia o una faccina strana quando fa qualcosa di divertente.
Lei comincia a ricambiare gli sguardi, certo incuriosita da questo balenottero spiaggiato che ogni tanto butta li una mezza parola in un francese improbabile e buffo. Al terzo giorno di spiaggia le tiro un bacetto e lei TAC , lo ricambia.
E' fatta. Siamo entrate in contatto. Da li in avanti il nostro feeling si rafforza giorno dopo giorno in un crescendo rossiniano che mi fa felice e mi sprona ad andare in spiaggia. Perché lei mi cerca.
E quel giorno che, uscita dall'acqua infreddolita, riesco a prenderla tra le braccia avvolta nel suo asciugamano ecco, li sento tutta la sua fragilità di bambina e il suo bisogno d'amore.
Tiene la testina appoggiata sul mio seno e socchiude gli occhi lasciandosi cullare dolcemente.
Non posso sapere cosa lei stia pensando in quel momento, ma avverto, lo giuro, la sua mamma vicina a me, in ginocchio sulla sabbia, che mi ringrazia per quell'amore che, attraverso me, lei riesce ancora a trasmettere alla sua bambina. Sono attimi, e li recepiamo solo noi, ma è assai perché le nostre tre anime  s'incontrino in un momento che mi è rimasto impresso nel cuore.
Purtroppo le sue vacanze sono al termine e il papà, assieme a Louison, la splendida sorellina di cinque anni, vengono a riprendersela.
Devo fare qualcosa, voglio che si ricordi dell'affetto che ho per lei anche quando sarà a Parigi.
Le cerco un regalo, qualcosa di speciale che le ricordi il mare, questo posto. Giro mezza Viareggio e non trovo niente di adatto. Poi ricordo che lei, in questi giorni, ha raccolto conchiglie da portarsi via, e allora trovo una bella scatola di legno in cui potrà riporle. E' anche un carillon, e quando la apre una ballerina comincia a danzare. Bene, lei fa danza da tre anni.
Gliela consegno il giorno della sua partenza e le spiego il perché di quella scelta, mentre Pascal mi traduce.
"Vedi, è una ballerina come te. Quando quest'inverno a casa ti sentirai un po' sola e triste, aprirai la scatola, riguarderai le tue conchiglie e penserai a noi che ti vogliamo tanto bene."
Lei mi abbraccia e mi bacia, e al pensiero che se ne va mi si stringe il cuore.
Quando, ormai lontana sulla passerella del bagno. si gira e, rivolta a me, stringe forte sul petto, cullandola, la sua "preziosa" scatola. so che il bacio che mi manda è una promessa, che ricambio con tutto il cuore.
" Au revoir ma petite. A' la prochaine fois. Ti voglio bene!


Ma su questo piccolo, assolato lembo di terra non c'è spazio per la nostalgia e, come nella vita accade, bisogna andare avanti, voltare pagina. E sulla spiaggia arriva un ciclone........:
NAOMO E GONGOLO,  il ritrovarsi.

All'inizio erano tre, come i porcellini, Livio (il maggiore), Roberto e Gianluca (i gemelli).
Figli di mia cugina Liviana, vicina d'ombrellone, non li vedevo da una vita anche se posso dire di averli praticamente cresciuti. Livio perché con la famiglia frequentava altri lidi, molto più "in", e i gemelli, entrambi comandanti di grossi mercantili, imbarcati da un anno all'altro. Ognuno logicamente con la propria famiglia, i propri figli, la propria vita.
Poi il patatrac. " Ni c'ha preso la moria!" avrebbe detto mio padre, perché nel giro di due anni si sono separati, prima Livio, poi, inaspettatamente, Roberto. Il primo in effetti dopo anni di un matrimonio da sempre traballante e travagliato. Ma, mentre i genitori temevano una drastica decisione di Luca, che non se la passa tanto meglio degli altri due, a sorpresa (o quasi ) si è rotto il matrimonio di Roberto. E lui non l'ha presa molto bene, anzi, oserei dire che l'ha presa proprio male!
Così, dato che l'unione fa la forza, i tre dell'Ave Maria hanno optato per una terapeutica vacanza all'ombrellone di mamma. Ed è stato uno tzunami di ricordi..!
Veramente Gianluca, detto " il pirata" (capello alla Diego Abatantuono, orecchino e tatuaggi), è presto volato a Miami per raggiungere la famiglia in vacanza "culturale", non molto allegramente e con qualche "Madonna...",ma alla fine è andato. Mentre gli altri due....
Arrivavano sotto l'ombrellone verso l'ora di pranzo, quasi sempre separatamente, ma, anche se eri di spalle, avvertivi la loro presenza perchè l'aria si caricava di una strana energia frizzante.
Dopo i primi convenevoli (sono entrambi persone molto educate), abbandonate le formalità, hanno rotto come i cavalli da corsa, due fiumi in piena. E ne hanno avute di cose da dire!
Livio poi, é veramente incontinente. Lo conosco da quando è nato, e abbiamo condiviso tantissimo delle nostre vite, finché il fato, le cose, ci hanno separati. E ora è qui, termo - borsa carica di frutta fresca, olio abbronzante ( a fine stagione sembrerà uno "scarabeo stercularis"), e l'immancabile pareo al posto del telo da mare. Era inevitabile soprannominarlo "Naomo".
E' un guascone Livio, un sangue caldo, esuberante, smargiasso, chiacchierone, e incazzato. Lo è con la ex, col destino, e trasforma la sua rabbia in eccitazione frenetica.
Non si ferma mai. E' iper-attivo, iper-organizzato, sembra che le sue giornate siano di cinquanta ore, e lui te le vorrebbe esporre tutte! Ma è simpatico, affettuoso, e ha tanto, tanto bisogno di raccontarsi ..., e di essere ascoltato.
A me fa tanta tenerezza e lo ascolto sempre volentieri, anche perché ha una memoria da elefante e mi riporta spesso indietro, narrandomi cose che io magari ho dimenticato ma tengo ancora dentro.E il sapere che, nonostante tutto, lui le conserva in se, me lo rende ancora più caro. Perché lo so, lo percepisco che, nonostante la usa esuberanza e le sue spacconate, in realtà lui è forse il più fragile dei tre, e nasconde la sua fragilità dietro una faccia da "mascalzone" che lo fa sembrare ancora un ragazzino,Un salmastroso Peter Pan.
Tutt'altra cosa è invece Roberto, che mi si è rivelato come persona nuova, quasi sconosciuta, ma veramente cara.
Andatura caracollante, capelli cortissimi e occhialetti da intellettuale, sembra più un professore che un uomo di mare e, tra i tre, è all'apparenza il più remissivo, il più pacato.Ma non è così.
Roberto ha personalità da vendere, e se non fa esplodere la sua rabbia, è solo perchè la sua sensibilità e la sua intelligenza lo tengono a freno.
Lui non è uno che parla molto, non si espone più di tanto ma alle volte (voce dal sen fuggita) butta li qualche parolina, qualche frase tagliente che lasciano intravvedere un passato di sofferenza e sacrifici che lo hanno davvero segnato.
Roberto è arrabbiato triste, deluso e disilluso, perché, per l'ennesima volta, gli altri hanno deciso per lui. Una volta ancora ha "subito" una decisione, e ha visto vanificare i suoi sacrifici, ha dovuto mettere da parte i suoi sogni.
Ma non china la testa. Da buon incassatore ha ripreso in mano la sua vita perché lui sa, dentro di se, di avere tutti gli strumenti necessari per ricominciare. E non è solo!
Forza ragazzi, ogni crisi è come una stazione. E' come un punto di passaggio da cui, prima o poi, si riparte. E quelli come noi non hanno tempo per fermarsi sulla soglia della malinconia.
Il ritrovarci mi ha tolto di dosso dieci anni di vita, e le affinità che abbiamo scoperto di avere, quella visione di vita un po' così, fatalistica, irriverente, nonostante tutto positiva, è stata un' iniezione di vitalità spero per tutti.In fondo tutti, per sopravvivere, dobbiamo mantenere viva in noi una parte di follia. Grazie, brutti matti, spero sia un l'inizio di un nuovo ciclo di incontri, ma stavolta il quando e il come lo decideremo noi!

Poi sono arrivati gli amici di sempre; Paola e Nello, con le nostre abbuffate di pesce, la cena con Beppe, le bevute al KIOSCO in pineta. La cena da mio figlio per riscoprire una Camaiore veramente d'altri tempi, e la visita lampo in spiaggia, più che gradita, dell'Andrea Banfi che, di ritorno dall' Isola d'Elba, è passato con la famiglia per un breve saluto.
Emozionante è stato il rincontrarsi con Livio e Roberto con cui aveva trascorso le estati della sua infanzia.
Il resto è il solito tran-tran estivo, con un' afa insopportabile quest'anno, tanto da far passar la voglia di fare qualunque altra cosa che non fosse un bagno in mare.
Poi, di colpo, le giornate si accorciano, la luce cambia, e gli amici ritornano in città lasciando un grande vuoto in chi rimane.
Livio si è fatto male a un piede e Roberto è stato richiamato a bordo  un mese prima del dovuto.
E' venuto a salutare con un magone che per poco non fa piangere me.
L'estate è quasi al termine. Abbiamo fatto il pieno dei ricordi da riordinare  e tenere al caldo per quando, quest'inverno, sentiremo un po' di freddo dentro al cuore.....poi...
non ci resta che aspettare un nuovo anno,
quelli che sono andati torneranno! "

                                                           ALLA PROSSIMA.


Vorrei di nuovo 
orme sulla battigia,
sciacquio e silenzio,
quell' ombra chiara
delle estati lasciate,
gli aghi di pino
nell'odore di muschio,
rami scheggiati
da quel sole sfacciato.......

                                                                      PERLA

1 commento:

  1. Sono felice di aver fatto parte, qualche volta, del solito tran-tran estivo!
    Mi piace arrivare al mare e trovarti all'ombrellone, possiamo stare anche tutto il giorno coi rispettivi, immancabili libri, ma è bello esserci.
    Bacio

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