martedì 17 giugno 2014

Può succedere..(la metamorfosi)

E così ce l'ha fatta! La " Peppia asfissiante" ha tolto le tende, ha trovata un lavoro,  che già di per sé oggi come oggi è un miracolo, ed è andata per la sua strada.
Per parlare di Giulia non servono metafore particolari. Dire che "finalmente il bruco si è trasformato in farfalla" è retorica inutile, perché lei non assomiglia per niente ad un elegante e fragile farfalla, e il suo cambiamento è appena iniziato.
Ma neanche si può usare la metafora del brutto anatroccolo trasformato in cigno, perché lei è e sarà sempre un anatroccolo. Bello, ma anatroccolo. E si piace così.
Insomma, nel bene o nel male lei sarà sempre Giulia, ma forse sta imparando a volersi un po' più bene, ad avere un po' più di fiducia in se stessa, anche se il suo cammino, più che un sentiero ad ostacoli, è sembrato davvero un " percorso di guerra ".
A dire la verità, cara Giulia, pensavo proprio che dopo il faticoso, travagliato raggiungimento del tuo diploma ( era quella la meta  che ci eravamo prefisse ) tutto si sistemasse. Che tu fossi più tranquilla e te ne tornassi a casa serena.
Invece no. Non era cambiato niente. Stessi problemi, stesse incomprensioni, stessa incompatibilità. E la casa della zia era la tana in cui nascondersi per non essere costretta ad affrontare i tuoi fantasmi, i tuoi problemi.
Che naturalmente, immancabilmente, scaraventavi su di noi.
Era peggio di prima. Il posto dove ti rifugiavi ogni tanto per sfogarti, l'oasi di pace dove venivi a ricaricarti un po', a viverlo nel quotidiano con le sue regole, con i suoi obblighi del condividere civile, era diventato una gabbia soffocante.
Nervosa, scontenta, arrogante, irrispettosa verso tutto e tutti.  Forse, al di la della scuola, il tuo futuro ti spaventava. Ma quella che stavi diventando spaventava me!
Non sapevo più cosa dire, come prenderti. Stavo davvero, io che non mi arrendo mai, cadendo nello sgomento e nello sconforto. Era come trovarsi intrappolati in un malessere che mangiava l'anima.
Finché non hai avuto uno scontro frontale con un Tir chiamato Daniela.
Lì ho davvero temuto il peggio: Certe scene, certi atteggiamenti, li avevo già vissuti in  passato, e questo sembrava uno sgradevole deja-vu.
Ma lo scossone ti ha fatto bene, perché hai cominciato a darti una regolata, o perlomeno hai tentato.
Hai capito che niente è gratuito, che non tutto ti era dovuto e che se volevi continuare a vivere qui, un minimo di rispetto e di regole, dovevi impararli.
Farti capire che non era un obbligo nostro entrare nel tuo mondo, ma un dovere tuo  adeguarti al nostro, non è stato facile. Cercare di inculcarti concetti come "tolleranza, sopportazione, educazione," quasi impossibile, proprio non volevi capire.
"Io sono così, punto!" E con questo cercavi di tacitare tutto.
Il problema vero era che traboccavi  di preconcetti, di rabbia repressa, di delusioni, di sensi di colpa e di traumi strozzati che ti spingevano, proprio te per prima, a non accettarti.
Occorreva una sferzata, ed è arrivato l'ultimatum di Daniela : -Smettila di piangerti addosso, datti da fare, trovati un lavoro, fa qualcosa perché a Settembre ti finisce il "soggiorno"!-
Lì ti ho vista veramente spaventata e , come al solito, hai cercato un appoggio in me. Ma stavolta hai trovato uno scoglio. Per me poteva bastare così. Ti avevo accompagnata fino ai tuoi vent'anni. Ti avevo aiutata a raggiungere un diploma. Avevo cercato, parlandoti senza mai inveire né offenderti, di indirizzarti verso un mondo tranquillo, accettabile.Tutto quello che per te potevo fare l'avevo fatto. Tutto quello che ti potevo dire te lo avevo detto. Non avevo altro da aggiungere. Ora toccava a te.
Poi ancora un aiuto inaspettato dai tuoi cugini.Tutti quei lavoretti, apprezzatissimi sotto Natale, le vetrine decorate, un "affresco" importante per la ditta di Andrea, ti hanno portato in tasca non solo un po' di soldi ma anche tanta fiducia in te stessa.
"Sei brava, ci sai fare. Devi trovare un lavoro che ti consenta di sfruttare il tuo talento".
Sì,  facile come bere un bicchier d'acqua! Ogni cosa, ogni lavoro che ti sarebbe piaciuto fare, richiedeva corsi specifici e quindi un impegno economico che non potevi sostenere.
Accantonata la passione per i tatuaggi, quella per gli orridi trucchi cinematografici che tanto amavi, per i make-up impegnativi, abbiamo capito che la libertà passava attraverso l'indipendenza economica. Quindi qualunque lavoro sarebbe andato bene pur di racimolare qualcosa che ti consentisse poi di scegliere quello che ti piaceva.
Io insistevo : "Sii ottimista, cerca di essere positiva e vedrai che prima o poi la ruota gira".
Intanto il rancore e il dolore cominciavano ad affievolirsi e il ghigno, piano piano, lasciava il posto alle vere risate.
Alla fine il colpo di culo ( mi si conceda il francesismo), è arrivato: un corso a pochi euro in quel di Livorno per "animatrice turistica". E sei andata.
Il messaggio che hai mandato sul cellulare diceva: - Avevi ragione zia, se sei positiva dentro, tutto intorno diventa positivo. Mi hanno presa!"
Non sai il sospiro di sollievo, mi sarei messa a piangere. Era una rivincita su tutto, una conferma per me che avevo creduto in te. Era proprio quello che ti ci voleva.
La giocoleria, il teatro, i costumi da inventare, le scenografie da creare, i bambini da far giocare. E guarda caso, le regole sono le stesse che ho cercato di inculcarti: ascoltare con educazione, rispettare le idee e le esigenze altrui, mettersi al servizio degli altri, diventare responsabili. E il cerchio si è chiuso!
Cara la mia Giulia, tu ancora non puoi sapere dove approderai, ma " chi incomincia a cercare ciò che ama, finirà sempre per amare ciò che trova".
Dici che sei in un posto bellissimo e, anche se faticoso, quello che fai ti piace.
I tuoi compagni di percorso ti vogliono bene e ti stimano. La paga non è alta ma sei serena e tranquilla, finalmente.
Bene, forse ora posso rilassarmi (  sottolineo "forse"), e godermi un po' del vuoto che, nonostante tutto, mi è rimasto.Spero che tutto ti vada bene e tu riesca a tener duro fino alla fine. Tanto lo so che, sotto quella maschera da Umpa-lumpa  si nasconde il cuore di una leonessa.
Un ultima cosa però te la voglio dire . Magari ogni tanto nelle pause di lavoro, o alla sera quando " l'ora che volge al desio e ai naviganti intenerisce il core" , cercherà di giocarti qualche brutto scherzo, tieni duro e scaccia la malinconia.
E, se proprio non ci riesci, fa come quando eri piccola, quando alla sera la mamma era a lavoro e te non volevi dormire. Ti ricordi?
Allora io venivo nel tuo letto e ti dicevo : - Facciamo un gioco, infiliamoci sotto il lenzuolo e facciamo finta che sia il mare. Noi siamo due delfini e nuotiamo liberi nell'azzurro osservando la luna che ci illumina. Lasciati cullare dal rumore del mare e dormi.Prima ti addormenti e prima sorgerà un nuovo giorno!
Ecco, è lì sotto al lenzuolo che se avrai bisogno mi ritroverai, e poi........domani sarà un'altro bellissimo, luminoso giorno.
Buona notte Giulia e buona fortuna.   T. V. B
                                                                              la zia Tordella.

                          "Mi voto alla pace.
                           Porto dentro il nemico esterno.
                           Metto fuori il nemico interno."

1 commento:

  1. sono felice per te,per daniela e per giulia:finalmente una nota veramente positiva che,
    comunque vada,lascerà il segno!bacio p.

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