domenica 18 marzo 2012

A mio padre

Un giorno mio padre mi chiamò e mi disse : Leggi questa e dimmi che ne pensi-. Ed io lessi....
Giaceva in un letto di marmo
immobile in abito scuro.
Il capo reclino sul dietro,
son morbidi i biondi capelli.
Corona gli fan quattro ceri
e nera è la coltre all'intorno.
A un tratto svanisce d'incanto
la triste visione per me..
Lo vedo sul mare lucente, un giorno d'estate nel sole,
un giallo maglione e un cappello, e tante altre vele, e poi barche
Splendeva sul mare la vela, e il volto ridente di lui era allegro, felice, contento.
Ignorava, quel giorno sereno, la triste odissea della vita.
Correva felice sul mare, impegnato nel vincer la gara.
E il vento era amico di lui, gli spruzzi del mare gli baciavano il volto
e a terra tornava felice quand'egli vinceva.
E' finita. Ora è immobile e bianco la dentro alla bara.
Per sempre per me egli vive. E' in me, sorridente, sereno e felice.
Egli vive in me, nel mio cuore. Fa parte di me per l'eterno.


Questa poesia scritta di suo pugno è datata aprile 1968 ed io rimasi basita, allora come ora, nel rileggerla su una mia vecchia agenda scolastica.
Perchè l'avesse scritta non lo ricordo, ne ricorco cosa ci dicemmo allora. Certo è che questa sua fantasia noir, questa teatralità e questo giocare sull'emotività delle persone, era proprio tipicamente suo. E che fosse stata una farsa, una premonizione ,un esigenza manifesta o un suo desiderio di essere ricordato in veste ludica e giovanile beh, aveva ragione, perchè è proprio questo "lui" che ho impresso maggiormente nella memoria.

                Padre, se anche tu non fossi il mio
                padre, se anche fossi un uomo estraneo,
                per te stesso egualmente t'amerei............


Non ho problemi a dire che mio padre è stato, in assoluto, l'uomo che ho amato di più.
Guida, compagno di giochi, di percorso, mentore, modello, consigliere, giudice severo, amico, compagno di vita. Non passa giorno che qualcosa non me lo richiami alla memoria, così come quasi ogni notte non mi accompagni nei miei viaggi onirici. E ogni ricordo è una pennellata di colore: io sulla canna della sua bici mentre torniamo dal mare attraversando la pineta; lui che accompagna me ragazzina in giro per la banca per farmi vedere dove lavora; una spuma bionda al CRO in darsena; due chiacchiere nella vecchia veleria del nonno con Sergio il Posi; due sarde appena pescate, sbuzzate e arrostite su tre stecchi dietro al cantiere; la pesca delle cee, con un vento che porta via e un freddo che "sderena"; e la barca a vela, le regate, il Club-nautico, e il bagno spry aggrappata alla sagola nella scia della barca di Carlo.
I suoi amici erano i miei amici e mi volevano bene tutti! Affinità elettive le chiamano.
Il fatto è che io adoravo il suo mondo e adoravo seguirlo  nei suoi interessi. Adoravo lui.
Ma mio padre era anche altro. Curioso come una scimmia era avido di sapere e si rammaricava di non aver studiato.Era iroso e intollerante a volte, ma dopo una sfuriata era pronto a scherzare di nuovo.Ribelle per natura, odiava le gerarchie. Aveva accettato il suo lavoro perchè permetteva, a lui e a noi, una vita più che decorosa, ma non sopportava l'ipocrita perbenismo che permeava quell'ambiente.
E' rimasto nella memoria di tanti quel suo modo di rispondere al telefono dopo aver subito un ingiusto trasferimento: -Qui è il Puosi dalla colonia penale di Lido di Camaiore-.
In un mondo di camicie, giacche e cravatte, i suoi maglioncini all'Alberto Lupo (come li chiamava) erano una nota di colore che fece tendenza.
Era impulsivo e mutevole, come il mare che lui amava tanto, ed era generoso il mio papà.
Al suo tavolo c'era sempre qualcuno in più : lo spazzacamino, l'Aladina che passava col carretto dei "nicchi", Ciccetto che ci consegnava a casa burro e mozzarelle, Leo la guardia, Umbe' l'ipocondriaco e tanti, tanti al altri. Una damigiana di vino non durava neanche un mese.
Ma gli piaceva anche fare la voce grossa, spadroneggiare, atteggiarsi a padre padrone, anche se poi non si negava a critiche e discussioni facendo della democrazia la sua bandiera.
Di animo anarchico si ribellava spesso e volentieri a quelle regole che poi, a noi figli, avrebbe voluto imporre.
Negli anni della contestazione mentre io , ormai alle superiori, vivevo in prima linea i moti studenteschi, lui, forse per timore, contestava me. E che litigate!
Rigido e incoerente, blasfemo fino alla bestemmia, aveva però sul comodino l'effige di Padre Pio e di Papa Giovanni, perchè "Dio è Dio e la politica è passeggera".
Grande sportivo, buono come il pane, era amato e rispettato da tutti in città. "Te mandami una cartolina indirizzata a Puosi-Viareggio-Italia e vedrai che arriva", amava dire agli amici. Oppure." Se dovessi inciampare i sassi si scanserebbero dicendo-s'accomodi signor Puosi!"
Ma il suo motto preferito era: Male non fare, paura non avere.
La sua vita, tra l'amore per la sua Pierina, i suoi figli e gli amici, è stata ricca e variopinta.
Poi il tracollo.
Non voglio ricordare quegli anni, l'accumulo dei problemi, la loro gravosità, il suo lasciarsi andare, il farsene sopraffare e l'avanzare veloce, troppo veloce, verso la sua resa totale. Non giudico. Non recrimino.
Evidentemente lui era  più fragile di come voleva apparire e il suo cuore più malato di quanto pensassimo.Forse se fossi tornata a casa un po' prima,se gli fossi stata un po' più accanto,se lo avessi curato di più.Ma sono solo congetture .L'unico bel ricordo che ho di quel periodo è il suo affidarsi a me
Il suo vedere finalmente in me quella donna con gli attributi che avrebbe voluto tanto assomigliargli e che solo ora, ma troppo tardi, lui gratificava, riconoscendola, con stima e ammirazione.
Ho vissuto la sua morte come un grosso tradimento. Ero arrabbiatissima con lui che se ne era andato così di fretta lasciandomi sola con questo fardello pesante sulle spalle. Senza il mio amico, senza il mio amore. Mi sentivo persa.
"Ma non potevi aspettare, resistere ancora un po'!" avrei voluto gridargli.
E un giorno, mentre piangevo, da  sola, cercando di sciogliere il nodo di rabbia e dolore che mi chiudeva la gola, mi cadde tra le mani un vecchio librettino di preghiere e meditazione. Lo aprii a caso e lui mi rispose così.........

              Ch'io stia male in questi giorni
              - nel corpo e nella psiche-
              non lo nego di certo...
              "Non potevi" mi chiedo,
              "resistere un po' meglio?"
               Eh no. Credo proprio di no.
               Va bene anche così. Sento per certo
               (fremito oscuro-radioso nei miei nervi,
               irrazionale intuito della mente)
               che quel tormento aveva un suo senso,
               più di tantissime cose godute
               in questi ultimi anni.
              Sento poi che ho patito non da solo
               ma in buona compagnia,
              la migliore possibile : la tua.
              E così, io gemendo, tu tacendo
              ma in croce entrambi
               abbiamo trasportato una cosa preziosa
              da un buio sottosuolo ad un forziere
              dove, da adesso in poi,
              darà luce e calore.
              A chi ? A che cosa ? Non lo so, non m'importa.
              Lo sai tu, e tanto basta.


Ecco. Questo era mio padre, e lo avevo ritrovato.
Lui c'era e ci sarebbe stato sempre. Proprio come diceva nella sua poesia. E quello che di lui resta nel ricordo di chi, come me, lo ha amato tanto, è certo la sua parte migliore.

                 ...........Padre, se anche tu non fossi il mio
                            padre, se anche fossi un uomo estraneo,
                            fra tutti quanti gli uomini già tanto
                            per il tuo cuore fanciullo t'amerei.


                                                                 Alla prossima

3 commenti:

  1. Era così, io ho avuto un rapporto diverso, forse perchè come uomo lo vedevo in maniera diversa, e vedere il suo declino mi ha fatto male perché volevo ricordarlo in maniera diversa, così come lo descrivi te, ed alla fine è quello che ricordo con più frequenza. Io raramente sogno Silvano e la Pierina, e se accade quasi sempre li ricordo positivamente, ma ci parlo, li penso e sento che in qualche maniera mi guidano. Mi dispiace solo che il pappà (perché così noi lo chiamiamo), non abbia potuto seguire le fasi della mia carriera, le mie promozioni ottenute in rapida successione poco dopo la sua morte. Penso che ne sarebbe stato orgoglioso e magari l'avremmo festeggiate con un bisteccone da 2 kg come quando presi il diploma :)

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  2. vedo che il tuo pensiero è sempre molto aulico e romantico.......baci baci baci

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  3. Questo è Silvano nella mia piccola mente di bambina lo ricordo come il gigante buono ......urlone casinista irriverente ,ma con quegli occhi dolci che quando ti guardava con affetto ti scioglievi . Dopo tanti anni 50 o giù di lì, mi trovo sposata con il suo nipote che lo ama e lo ricorda con .Ci manchi a tutti.

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