domenica 24 agosto 2014

Come una Sirena

Mia figlia è come me, semplice e schietta. Per questo ogni tanto ci troviamo a discutere su fatti o idee in maniera paritetica, molto alla mano pur se senza confusione di ruoli.
Così, al termine di un discorso, mi sono ritrovata a chiederle : "Dani, ma secondo te, io sono una che ubriaca di discorsi le persone?"
Mi ha risposto :"Sì mamma, non vorrei dirtelo ma sei proprio così."
Ecco, praticamente, come diceva un mio caro amico, un'arruffa cervelli o, meglio ancora, un affabulatrice,  un' " incantatrice" che usa il proprio dire per catturare l'attenzione.
Come una Sirena insomma.
Sinceramente la cosa mi ha fatto pensare. Non che mi dispiaccia, questo no.
Ricordo di aver passato gli anni della mia fanciullezza parlando poco e ascoltando molto.
Ho incamerato in silenzio ricordi, storie, sensazioni.  A scuola pure. Non litigavo, non inveivo, evitavo le discussioni pur essendo sempre partecipe. Ma nell'ombra.
Poi ho scoperto la scrittura e con quella ho cominciato a tirar fuori me stessa.
La vita comunque è strana, non sai mai cosa ti tocca e a volte ti fagocita, ti costringe a richiuderti. Finché scopri che quei dolori che hai nascosto in te, quei nemici estranei, sono stati rivestiti a cerchi concentrici da strati di te stesso come fossero lacrime. E piano piano si sono trasformate in qualcosa di prezioso, come fossero perle.
E' normale che ti venga voglia di tirarle fuori, di condividerle.
Ho scoperto così che la parola, specialmente la parola scritta, è il ponte che riesce a portare la mia ombra all'esterno, ad unire il mio io più recondito a ciò che mi circonda. E non mi sono più fermata.
Amo perdermi in fiumi di parole. Adoro la nostra lingua così ricca, varia, piena di sfumature.
Ricerco parole desuete, anacronistiche, creo neologismi.
Mi immergo nella liricità del momento e poi infrango l'incanto con un termine scurrile così, per il gusto di dissacrare l'attimo.
Uso il dialetto per rendere meglio, a volte un'idea che mi lega alla mia terra, il racconto di una memoria.
E uso a volte la provocazione per suscitare stimolanti reazioni.
Mi lascio andare, gioco con i termini, li compongo e scompongo in frasi affermandone la  verità e a volte l'esatto contrario. Parlo di tutto , non mi nascondo dietro niente e non ho nessun pudore nel mostrarmi per quella che sono. Solo per il dolore ho rispetto, e non mi permetterei mai di entrare in quello di alcuno.
La parola è stata per me terapeutica. Una volta ritrovata la mia "ferinità", la mia istintualità ha trovato la sua valvola di sfogo.
Narrare, raccontarsi. Mente chi dice che scrive solo per se stesso. E questo vale per tutte le arti.
Io lo faccio per farmi conoscere, per lasciare un minimo spazio di interpretazione, per trasmettere qualcosa di me e del mio vissuto.E spero che un giorno, se qualcuno avrà voglia di rileggermi, mi possa scoprire e perché no, rimpiangere con nostalgia.
Presuntuosa? Al contrario. Semmai necessità di onestà intellettuale.
Comunque, invito tutte le persone a tirar fuori la loro storia. In prosa, in rima o attraverso l'arte visiva. Il come non ha importanza. Lasciate che le storie vi succedano ed elaboratele. Irroratele con la vostra linfa vitale finché non fioriranno, finché voi stessi non rifiorirete.
E' come una medicina, ed è un lavoro, l'unico lavoro, che prima o poi ciascuno di noi deve fare.
Non è la chiave della felicità, sia chiaro. Ma a chi interessa essere felici?
Io preferisco la vita con le sue ombre, le sue sfaccettature. La felicità è una schifezza se non le insegni a vivere. Già, ma ci vuole coraggio a vivere come cantano i poeti!
Ecco, ancora scintille di parole che mi scaturiscono così, come fuochi d'artificio. Fatene ciò che volete!
Intanto io, novella Penelope, all'ombra del grande olivo, tesso la mia tela di parole in attesa......di chi? Di che cosa?
Questo non vi è dato saperlo.
Ho detto il vero?  Ho inventato una fola? Chi lo sa.
Intanto con il mio lessico divagante vi ho tenuti con me per un po'. Mi avete fatto compagnia. Ho catturato la vostra attenzione e vi ho "incantati " per un po'.
Sì, proprio come fa una Sirena. Non vogliatemene


                                HO deciso di non avere cassetti,
                                solo mensole.
                                Così i sogni li tengo a vista.

2 commenti:

  1. sono troppo stanca,sennò verrei lì per abbracciarti e stringerti forte forte!
    p.

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  2. Certo che hai catturato la mia attenzione come l avrai catturata a tutti quelli che hanno avuto l occasione di leggere questo tuo bel brano. Complimenti per come sai trasmettere alcuni concetti e messaggi. Riesci a far sembrare semplici elementi molto complessi e nascosti all interno di ognuno di noi . Ciao . G.

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