lunedì 14 maggio 2012

FIGLI

I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie dell'ardore che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi.
E benché vivano con voi non vi appartengono....

                              Kahlil  Gibran


Nella ricorrenza della festa della mamma mi sembra doveroso parlare dei figli, anzi, ai figli. A questa speranza grande che ci cresce dentro per nove lunghi mesi e che poi, in conseguenza, riteniamo nostri per tutta la vita.
Ma non è così, facciamocene una ragione.
Noi siamo un tramite, un appoggio, un esempio. Il nostro compito è solo quello di indirizzarli e accompagnarli nelle scelte, fornendo loro, per quanto ci è possibile, gli strumenti giusti perché possano diventare ciò che sceglieranno di essere.
E non stanchiamoci mai di mostrare loro il coraggio, la sincerità, la fierezza, l'allegria ricordando che il miglior educatore è l'esempio.
Non diciamo loro che , certe lotte, certi credi, sono utopie, perché ci sarà già la vita e il mondo intorno a cercare di castrare i loro slanci, a smontare i loro sogni.
Contro loro saranno impiegate molte armi, la lusinga, l'adulazione, ma soprattutto una : la paura.Ed è con questa che li ricatteranno.
La paura del giudizio altrui, della povertà, dell'insuccesso, della solitudine. La paura è il mezzo con il quale cercheranno di far perdere loro la dignità,  l'autonomia, in poche parole "la libertà".
Ecco, è qui che il ruolo dei genitori diviene fondamentale.
Certo non possiamo pensare che non commetteremo errori, che li preserveremo da dolori e delusioni. Magari fosse possibile!
Ma, per favore, non smettiamo di farli pensare che il mondo si può cambiare, che per le idee di uguaglianza e libertà vale la pena lottare.
Poi, con discrezione, tiriamoci da parte e lasciamo che seguano il loro percorso, così come abbiamo fatto noi, restando però abbastanza vicini da poter porgere una mano qualora ce la chiedano. Semplicemente, con umiltà e amore. Ricordando che: "Il mondo si sposta per cedere il passo a chiunque sappia dove vuole andare."
Alla prossima...

 

                                                 FIGLI

Figli del mondo, del cuore,
del caso, nodi di carne.
Figli fatti di fuliggine, ali di mosca.
figli in fila indiana,
figli a girotondo, tutti giù per terra
e dovremmo andarci noi
per guardarvi meglio.
Figli ritagliati nelle carta,
figli che disegnano, una casa, il sole.
Figli che disegnano la guerra,
i puntini di bombe,
i laghetti di sangue.

Figli scalzi in corridoio,
figli come cani, figli come scimmie,
figli maleducati, figli senza educatori.
Figli senza edifici scolastici,
figli che tremano, figli orfani
pezzi di corda rotta.
Figli come banane sul camion di banane.
Figli nelle miniere di diamanti,
nei cunicoli delle metropoli nere.
Figli che respirano colla,
figli in piedi sul tetto dei treni.
Figli nei container.
Figli d' Africa, uova d'argilla rossa.
Figli che corrono.
Figli carbone bianco del mondo.

Figli stuprati, figli stupratori.
Figli, figli, fili d'erba musicale,
figli che urlano,
figli del silenzio, incatenati ai letti.
Figli di crosta, figli di un fango minore,
figli degli altri.
Figli che non ci piacciono,
figli che ci fanno schifo.
Figli bucati, figli dei nostri buchi,
figli bacherozzi.
Figli inerti, figli violenti.
Figli al mare, cappellini e merende.
Figli in alto mare, sole e sale,
morti sui gommoni. Figli loro!

Figli salvati per miracolo,
perché ogni tanto Dio ci pensa.
Figli senza miracolo,
figli presi a calci.
Figli divini, destino del nostro destino.
Figli mentre nascono,
odore di lago, di fango celeste.
Figli mentre crescono,
figli con le occhiaie.
Figli nel traffico, figli a scuola.
Figli in piscina, davanti al computer.
Figli stanchi, inappetenti.
Figli grassi, figli anoressici.
Figli nati in carcere.
Figli soli, davanti alla t.v.
Figli nelle strade, figli che aspetti
mentre tornano a casa.
La schiena dei figli quando vanno nel mondo.
Figli soli, senza di te.

Figli ingrati, figli troppo grati.
Figli omosessuali.
Figli, una nuca curva, un fiume.
Figli, chiodi di carne vergine.
Figli, quella mano che cerca avanti
quella rete bianca.
Figli, nostalgia di tutto,
di ogni giorno che passa.
Figli, amore senza ritorno.
Figli oggi, perché domani sarà tardi.
Figli che si laureano, e tu ci piangi.
Figli che gli cucini,
figli che gli fai festa.
Figli che escon di casa la sera.
Figlia che esce di casa profumata
e qualcuno te la toglie.
Un figlio del Diavolo che lecca la terra.
Figli che ci tolgono il sonno, per amore.
Figli di cristallo, figli di diamante.

Figli che si contrappongono, figli che cedono.
Figli a carnevale, spade di plastica.
Figli malati, musi sui cuscini
occhi laccati di bisogno.
Figli che gli daresti tutto,se fosse possibile.
Invece non è possibile.
Figli preti, figli suore,
figli volontari,
clown negli ospedali.
Figli santi, figli maestri,
figli da mettersi in ginocchio.
Figli all'estero :-Telefona !
Figli di notte: -Stai attenta, non ti fidare.-
Figli a spasso tra le insidie, colombi.
Figli depressi, piccioni zoppi.

Quanti pezzi ci sono in un figlio?
Quanti passi del mondo?
Quanto cielo, quanta terra?
Quanto del tuo destino?

                                        Margareth  Mazzantini.
Figli in fila indiana,
figli a girotondo, tutti giù per terra,
e dovremmo andarci noi, 
per guardarvi meglio.  

1 commento:

  1. perfettamente daccordo, e credo anche di averlo sempre fatto. Ho sempre cercato di indirizzarle senza obbligarle e, non so se abbiamo avuto solo fortuna o anche qualche merito, credo che alla fine i risultati siano stati positivi

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